John Rodakis, un biologo molecolare, ha chiesto che si facciano ulteriori ricerche sul collegamento tra il cervello e i batteri dell’intestino, dopo che il suo bambino autistico è migliorato significativamente con l’assunzione dell’antibiotico amoxicillina.
Il figlio di Rodakis aveva assunto l’amoxicillina per curare il suo mal di gola, ma il farmaco aveva migliorato la condizione autistica del ragazzo. I suoi genitori non avevano mai visto tali miglioramenti nel loro figlio e hanno pensato che ci fosse qualcosa all’antibiotico in grado di aiutare gli autistici.
Il caso è stato descritto su ‘Microbial Ecology in Health and Disease’, rivista in cui si dice che delle ricerche erano già state fatte sull’associazione tra l’autismo e i batteri intestinali.
Rodakis, per ora, non consiglia l’utilizzo degli antibiotici per trattare l’autismo, pensa solo che i batteri intestinali giochino un ruolo i mportante nell’autismo e che sia importante approfondire questi studi.