Entrato in vigore il trattato sul commercio delle armi

Un trattato sul commercio delle armi è entrato in vigore mercoledì 24 dicembre, dopo una campagna durata due decenni.

Negoziato sotto l’egida delle Nazioni Unite e adottato nell’aprile del 2013, il trattato è entrato in vigore novanta giorni dopo essere stato ratificato dal cinquantunesimo stato.

I Paesi che hanno ratificato il trattato devono stabilire, però, norme nazionali per controllare qualsiasi transazione che coinvolga le armi convenzionali e regoli la vendita di armi.

Il documento vieta la vendita di armi convenzionali se viola un embargo internazionale, incoraggia atti di genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità o se si reputa che possano cadere nelle mani delle reti criminali. La vendita di armi convenzionali è vietata anche se queste possono essere utilizzate negli attacchi contro i civili o contro edifici come ospedali e scuole.

Per quanto riguarda le armi convenzionali, esse vanno dalle pistole per aerei e navi da guerra, passando per i missili.

Le armi nucleari, chimiche o biologiche sono invece oggetto di trattati o convenzioni separate.

Per il momento, 130 paesi hanno firmato il trattato e 60 l’hanno ratificato, inclusi 5 dei 10 più grandi esportatori di armi. La Francia, la Germania, l’Italia, la Spagna e la Gran Bretagna devono uniformarsi alle nuove norme, mentre la ratifica degli Stati Uniti, il più grande produttore ed esportatore di armi, è ancora in attesa.

Gli americani sono firmatari del trattato, ma la ratifica da parte degli Stati Uniti richiede l’approvazione di due terzi del Senato, cosa difficile da ottenere.

L’accordo non è stato ratificato neanche da Cina, Russia, India e Pakistan.

I Paesi che hanno ratificato il trattato devono ancora discutere come impostarlo e applicarlo con precisione. Un primo incontro è previsto per febbraio 2015.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha detto “che il trattato eviterà la fornitura di armi ai signori della guerra, ai terroristi, alle organizzazioni criminali e alle persone che violano i diritti umani”.


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