L’uomo moderno ha perso il 20% della sua densità ossea

L’uomo moderno ha perso il 20% della densità ossea negli arti inferiori, dall’avvento dell’agricoltura 12.000 anni fa, secondo uno studio dell’American Academy of sciences (PNAS). Secondo lo studio, questo fenomeno sarebbe dovuto alla vita sedentaria.

Se per milioni di anni, gli uomini sono sopravvissuti grazie alla caccia e alla raccolta, attività che richiedono un’attività fisica molto intensa, adesso tutto è cambiato. I cacciatori-raccoglitori vissuti 7.000 anni fa avevano ossa e articolazioni significativamente più forti (anche, ginocchia e caviglie), rispetto ai “contadini” vissuti nelle stesse aree 6.000 anni fa, che avevano le ossa molto meno dense e più fragili.

Le patologie ossee delle popolazioni contemporanee, quali osteoporosi e indebolimento delle ossa, comune tra gli anziani, derivano in parte dalla mancanza di attività fisica, tra cui quella del camminare.

Secondo lo studio, fare molto esercizio fin da giovani dovrebbe consentire di raggiungere la resistenza massima dell’osso, verso i trent’anni, e di mantenere una maggiore densità dell’osso nonostante l’inevitabile perdita che si verifica con l’età.


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