I geni del cervello dei volatili raccontano la storia del linguaggio umano

Un team di scienziati ha trovato che alcune specie di uccelli hanno gli stessi geni degli esseri umani per ciò che riguarda l’apprendimento dei suoni.

I ricercatori giapponesi hanno trovato che nel cervello di alcuni volatili (colibrì, uccelli e pappagalli) più di 50 geni subiscono cambiamenti simili a quelli del cervello umano.

“Sapevamo da anni che ci sono somiglianze tra il canto degli uccelli e il linguaggio umano”, ha detto Erich Jarvis, professore di Neurobiologia della scuola medica dela Duke University. “Ma non sapevamo perché. Ora, sappiamo che gli uccelli e gli esseri umani condividono gli stessi geni per esprimersi”.

“Balene ed elefanti possono imparare a vocalizzare, ma non sono molto pratici da studiare in laboratorio. Grazie agli uccelli, ora abbiamo una migliore comprensione delle aree del cervello coinvolte nella vocalizzazione”, ha detto lo scienziato.

Tra l’uccelli canori o parlanti, i pappagalli hanno un’organizzazione molto particolare del cervello. La loro capacità di imitare la voce umana sembra collegata in loro al complesso conoscitivo e alla loro socialità, dice la ricerca.

Lo studio sul canto degli uccelli è parte di un lavoro più ampio, fatto per quattro anni da un team internazionale composto da 200 scienziati provenienti da venti paesi, che hanno sequenziato il genoma di 48 specie aviarie principali (tra cui lo struzzo, l’anatra, il falcone, il pappagallo, l’ibis, l’aquila…).

Il team ha prodotto 28 studi, di cui otto sono stati pubblicati recentemente sulla rivista americana ‘Science’.

E’ emerso, tra le altre cose, che la maggior parte delle più di 10.000 specie di uccelli è apparsa subito dopo l’estinzione dei dinosauri e non milioni di anni fa, secondo l’ampio studio genomico che ha apportato anche delle nuove scoperte sulla evoluzione dei volatili e su quella degli esseri umani.


Pubblicato

in

da

Pin It on Pinterest