Uno studio svedese ha messo in dubbio i benefici del latte per gli adulti, ampiamente propagandati.
Secondo i ricercatori dell’Università di Uppsala in Svezia, non serve consumare latte per evitare le fratture legate all’osteoporosi.
Pubblicato sul British medical journal (BMJ) lo studio, che secondo i suoi autori va preso con cautela e ha bisogno di verifiche, ha analizzato i dati raccolti in due monitoraggi fatto su un vasto gruppo di individui, nel corso di parecchi anni.
Un monitoraggio era stato fatto su circa 60.000 donne di età compresa tra i 39 e i 74 anni. L’altro riguardava un gruppo di 45.000 uomini di età compresa tra i 45 e i 79 anni.
E’ stata esaminata la quantità di latte assunta quotidianamente (meno di un bicchiere, due o tre bicchieri, più di tre bicchieri), il latte fermentato consumato (ad es. lo yogurt) e il formaggio ingerito.
E’ emerso che le donne che avevano assunto più di tre bicchieri di latte al giorno avevano avuto un maggior rischio di fratture (quelle dell’anca aumentavano del 60%) e di morte (rischio aumentato del 90%).
Anche negli uomini, dallo studio è emerso che le grandi quantità di latte consumato, aumentavano il rischio di morte, anche se “in modo meno pronunciato”.
Per i ricercatori, il possibile effetto negativo del latte ad alte dosi negli adulti potrebbe essere collegato alla grande quantità di componenti contenuti, come il lattosio e il D-galattosio, che sono poco presenti nei prodotti fermentati.
Il D-galattosio può svolgere un ruolo nello ‘stress ossidativo’ delle cellule e nell’infiammazione dei tessuti.