Le persone che sviluppano il diabete nella mezza età hanno un più alto rischio di riportare danni cerebrali, che spianano la strada alla demenza, secondo alcuni ricercatori americani.
Uno studio condotto su più di 1.400 volontari ha concluso che coloro che avevano sviluppato il diabete tra i 40 e i 64 anni avevano aumentato le loro probabilità di mostrare un restringimento del cervello.
Prima era stato diagnosticato il diabete, più alta era stata la diminuzione del volume del cervello, che risultava più intensa in alcune parti di esso, come l’ippocampo, che svolge un ruolo importante nella memoria a breve e a lungo termine.
Lo studio, fatto nella Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, ha mostrato che il diabete e l’ipertensione nella mezza età aumentano il rischio di riportare lesioni nei vasi sanguigni, che forniscono sangue al cervello.
Il diabete è stato associato per anni ai problemi di pensiero e memoria, ma questo studio è il primo a dire perché questo accade.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Neurology”, ha trovato che coloro ai quali era stato diagnosticato il diabete di tipo 2, tra i 40 e i 64 anni di età, avevano in media il volume del cervello del 2,9% più piccolo rispetto a chi non aveva sofferto di diabete nella mezza età, con una riduzione che, nell’ippocampo, aveva raggiunto il 4%, in media.
“Quando inizia a ridursi l’ippocampo, il malato inizia a perdere la memoria a lungo termine e la capacità di ricordare di ricordare gli eventi recenti” ha spiegato lo studio.