Aereo dirottato a Ginevra: perché chiedere così asilo politico?

Il copilota del volo Ethiopian Airlines, lunedì mattina, ha dirottato a Ginevra il velivolo su cui viaggiava e che aveva a bordo circa 200 persone tra cui quasi 140 italiani.

L’uomo di origine etiope, nato nel 1983, ha compiuto il gesto perché voleva chiedere asilo politico in Svizzera.

Non aveva armi, ma quando il pilota, un italiano, è andato in bagno, ha chiuso la cabina di pilotaggio e ha dirottato l’aereo.

Il velivolo, partito da Addis Abeba sarebbe dovuto atterrare a Roma alle 4:40.

Dopo essere stato dirottato è stato intercettato da due caccia dell’Aeronautica militare italiana sullo spazio aereo della Sicilia.

I Caccia hanno quindi scortato l’aeroplano fino in Francia, dove è stato preso in consegna da aerei militari francesi

Avvicinandosi all’aeroporto di Ginevra, alle 4 del mattino, il velivolo ha chiesto alla torre di controllo di fare rifornimento di kerosene.

Sempre scortato dagli aerei militari, il velivolo è atterrato sull’asfalto.

Il co-pilota ha aperto una finestra della cabina di pilotaggio ed è sceso dal mezzo con una corda, tentando di scappare, ma è stato arrestato dagli agenti della polizia, ai quali ha detto che si sentiva in pericolo nel suo paese e che voleva asilo politico in Svizzera.

Non è chiaro come mai il co-pilota sia ricorso a tale azione estrema, dato che poteva fare domanda di asilo politico una volta arrivato in Italia.

Ora, rischia fino a 20 anni di carcere per sequestro di persona.

L’aereo, lunedì mattina, è atterrato a Ginevra alle 6, causando la chiusura dell’aeroporto per più di due ore.


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