La stimolazione cerebrale profonda nei pazienti affetti da anoressia nervosa, resistente a ogni trattamento, può aiutare a migliorare il peso corporeo, il tono dell’umore e lo stato di ansia, secondo una nuova ricerca.
Un team di ricercatori del Krembil Neuroscience Centre e dell’University Health Network di Toronto, in Canada, ha studiato l’uso di uno strumento simile a un pacemaker su sei pazienti affetti da malattia cronica.
I pazienti, che avevano un’età media di 38 anni, avevano combattutto senza risultati la malattia per anni. Oltre all’anoressia, tutti i pazienti, tranne uno, soffrivano di patologie psichiatriche come depressione, ansia e disturbi ossessivi-compulsivi.
A questi volontari, il team di ricercatori ha impiantato degli elettrodi in una parte specifica del cervello coinvolta con le emozioni.
Una volta impiantati, gli elettrodi sono stati collegati a un generatore di impulsi, molto simile a un pacemaker, sistemato sotto la clavicola destra.
Dopo alcuni mesi di trattamento, alcuni pazienti avevano guadagnato peso, altri avevano sperimentato un cambiamento del tono dell’umore, un miglioramento dell’ansia e degli stati ossessivi e compulsivi.
Il trattamento, considerato ancora sperimentale, potrebbe costituire un’opzione di cura in futuro, specialmente per i casi di anoressia resistente ad altri trattamenti.
Lo studio, pubblicato sulla rivista medica The Lancet permette agli specialisti anche di comprendere ulteriormente una malattia grave come l’anoressia.