Ibernata in Arizona bambina thailandese di due anni

E’ una storia d’amore e di disperazione quella che riguarda la bambina thailandese di due anni, morta per un tumore cerebrale.

La piccola è stata ibernata nella speranza che un giorno potrà essere rianimata e vivere grazie ai progressi della scienza.

A Matheryn Naovaratpong, era stata diagnosticata con una forma aggressiva di cancro, lo scorso aprile, dopo che non era riuscita a svegliarsi una mattina.

Dopo il ricovero in un ospedale di Bangkok, gli esami avevano rilevato un tumore nel lato sinistro del suo cervello.

I medici avevano diagnosticato alla piccola un ependiloblastoma, una forma rara di cancro al cervello che colpisce i più piccoli.

La malattia ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 30 per cento. Matheryn, inoltre era anche andata in coma.

Dopo mesi di trattamento intensivo, con 12 interventi di chirurgia cerebrale, 20 trattamenti di chemioterapia e 20 sessioni di terapia con le radiazioni, era diventato chiaro che i medici non potessero fare più nulla per Matheryn.

La bambina era morta l’8 gennaio di quest’anno, dopo che i suoi genitori avevano permesso di spegnere la macchina che la teneva in vita.

Al momento della morte la bambina aveva perso l’80 per cento del suo cervello ed era paralizzata nel lato destro del suo corpo.

Ma la famiglia ha voluto conservare il corpo della piccola criogenicamente, ibernandolo, in Arizona, nell’Alcor. La speranza è che un giorno, la scienza sarà progredita abbastanza per ridare vita alla piccola.

Un medico dell’Alcor era volato in Thailandia e, non appena la piccola era stata dichiarata morta, era iniziata la conservazione del suo corpo.

E’ una soria d’amore, di disperazione e di speranza quella Matheryn, che pone sfide grandi alla scienza e alla bioetica, con tutte le problematiche ad essa connesse.


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