10 agosto: dove guardare le stelle cadenti

Nel Bellunese c’è davvero l’imbarazzo della scelta per la notte di San Lorenzo. Basta salire in uno qualsiasi, delle decine e decine di rifugi in alta quota per poter ammirare lo spettacolo delle stelle cadenti. Di seguito alcuni suggerimenti sugli osservatori a cielo aperto dai quali scrutare la volta celeste in attesa della stella che realizzerà i desideri di ciascuno.

1) Valmorel

Valmorel è un bell’altopiano che si allarga a sud di Belluno, sulle Prealpi Bellunesi che guardano in giù alla pianura trevisana e in su alle più aguzze Dolomiti. Molto amato dallo scrittore Dino Buzzati, che poco distante da qui nacque e che qui (per modo di dire, vista l’inventiva pirotecnica di Buzzati) ambientò il suo ultimo libro, I miracoli di Val Morel, Valmorel è un tranquillo insieme di prati, boschi, sentieri sterrati, fattorie, malghe, piccolissimi nuclei abitati… Quassù ci si viene per una giornata di pace assoluta, con la testa svuotata dai pensieri della città e nell’aria solo il ronzio delle api o qualche muggito ogni tanto. Valmorel è l’ideale, se avete dei bambini, perché le passeggiate sono semplici e sicure, ed è certo incontrare animali: mucche, cavalli, caprette – a volte anche volpi e caprioli, se si modera il tono della voce e ci si allontana dai gitanti più chiassosi. Valmorel è anche un ottimo luogo da cui guardare le stelle cadenti, perché, pur essendo nel bel mezzo della Val Belluna, è abbastanza in alto e sufficientemente poco abitato da evitare il fastidio dell’inquinamento luminoso dei fondovalle. Tra i numerosi angolini in cui potete sdraiarvi a pancia in su sotto il cielo stellato, segnaliamo qui i prati sopra malga Montegal (www.malgamontegal.it). Volendo, potreste cenare alla malga – che è anche agriturismo – e passarci un bel pomeriggio tra asini e conigli. Da assaggiare, ovviamente, i loro formaggi. Un altro luogo a portata di passeggiata dove potreste cenare è l’agriturismo Le Zercole (www.lezercole.it), in Canal di Limana: le Zercole è specializzato in piante aromatiche e officinali, ed è anche fattoria didattica. Il menu è una scoperta di sapori spontanei e locali, tutti da provare.

2) Rifugio Città di Fiume

Lasciata la Val Belluna, si sale e si oltrepassa la Val Zoldana, appena sbucando in Val Fiorentina. Proprio al confine tra queste due valli, ai piedi del Pelmo e del Civetta, si trova il rifugio Città di Fiume (www.rifugiocittadifiume.it). Arrivarci è molto semplice: lasciata l’automobile poco sotto forcella Staulanza, si segue una comoda carrareccia per circa un’ora di cammino. La vista dal rifugio è magnifica, anche di notte, con la parete nord del Pelmo che incombe sull’orizzonte, l’organo di pietra del Civetta, il ghiacciaio della Marmolada che brilla lontano e il maestoso gruppo del Sella. Per avere una visuale anche più vasta basta salire di un po’ oltre il Col de la Puina, lungo il sentiero che tra l’altro conduce al rifugio Croda da Lago e ai prati di Mondeval. Questa informazione potrebbe interessarvi particolarmente se, prima di raggiungere il rifugio, aveste avuto l’occasione di visitare Selva di Cadore (appena oltre il passo Staulanza) e il museo Vittorino Cazzetta. Il museo conserva, tra l’altro, un importantissimo reperto scovato proprio dallo studioso autodidatta Cazzetta sui prati di Mondeval de sora. A oltre duemila metri di quota, infatti, nell’87 è stata ritrovata l’antichissima sepoltura di un cacciatore del Mesolitico. Al museo potete vedere lo scheletro perfettamente conservato dell’uomo di Mondeval – un nostro antenato di 7500 anni fa – e il suo corredo funerario, completo di un bell’arpione e di una collana di denti di cervo.

3) Malga Stia

L’ultimo luogo da stelle cadenti è appena oltre Agordo, immerso nel silenzio. Malga Stia si trova su un pascolo verdissimo dal quale si gode di una vista meravigliosa sulle pareti nerastre del Cimon della Stia, sulle guglie chiare del versante nord dei Focobon, e oltre, sulla Cima Pape, sul Civetta e sull’Agner. La strada per salire a malga Stia è bella ripida, e si stacca veloce dall’antico paesino di Gares per gettarsi quasi subito nel bosco e infine aprirsi sul balcone panoramico dei pascoli attorno alla malga. Il percorso, per quanto ripido, è adatto anche ai bambini perché è piuttosto breve, e all’arrivo i piccoli sono ricompensati dalla presenza di un bel prato dove giocare e molti animali al pascolo da osservare. Qui di notte c’è un buio totale, e di stelle se ne vedono a bizzeffe, lontano dalle fasi di luna piena. Anche in questo caso, come nel precedente, potreste decidere di fare una tappa culturale, prima di salire in quota con giacche pesanti e binocolo da stelle cadenti. A Canale d’Agordo, da dove si diparte il bivio per salire a Gares, nacque più di cento anni fa papa Giovanni Paolo I. In paese è possibile visitare il museo nuovissimo dedicato ad Albino Luciani e vedere la sua casa natale, vicino alla piazza principale. Un’ultima curiosità: poco prima della nascita di Luciani, negli anni ’70 dell’Ottocento, l’illuminato parroco del paese fondò qui la prima latteria sociale italiana.


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